mercoledì 7 marzo 2018

La Valle [Ri]Trovata

Dal 9 Marzo 2018 fino al 20 Maggio 2018 al Museo della Montagna verrà presentata una selezione di 40 scatti originali di Kalischer affiancati da 55 foto realizzate dai 5 finalisti del concorso fotografico omonimo, curato da Luca Prestia e sviluppato insieme a Erica Liffredo, Raffaella Simonetti e Giorgio Ariaudo.
Obiettivo del concorso: restituire dignità alla narrazione contemporanea.

Nello stesso modo, la mostra si muove sulle orme del reportage che Clemens Kalischer realizzò in Valle Grana nel 1963 -a cui il MuseoMontagna dedicò nel 1996 la mostra "La Montagna dell'esodo".
Oggi, "La Valle [Ri]Trovata" nasce dal desiderio di far conoscere l'essere attuale di questo territorio montano correndo sul filo del tempo con l'intenzione di rivedere con senso critico il passato, decifrare il presente e i significati che porta con sè, immaginare i futuri possibili.

Oltre cinquant’anni dopo "La Montagna dell'esodo", il Museo Nazionale della Montagna ospita il lavoro dell’Associazione Culturale Contardo Ferrini di Caraglio e la sua volontà di tornare, ancora oggi, negli stessi luoghi per osservarne l’ambiente e i momenti di vita quotidiana.


La mostra La Valle [Ri]Trovata prende le mosse dal reportage che il fotoreporter statunitense Clemens Kalischer realizzò in Valle Grana nel 1963 e nasce dal desiderio di far conoscere il tempo presente di questo territorio montano attraverso lo sguardo di 5 giovani fotografi professionisti.
Nel 1963 Kalischer visitò la Valle Grana, fazzoletto alpino pizzicato tra le Alpi Cozie e le Marittime, all’alba di un’inesorabile rarefazione delle sue comunità. Seppe cogliere i tratti essenziali di un sistema sociale che andava disgregandosi, cristallizzandoli in immagini di grande suggestione.
Nel 1996 il Museo Nazionale della Montagna dedicò al lavoro di Kalischer la mostra La montagna dell'esodo, racconti fotografici di Clemens Kalischer e oggi, oltre cinquant’anni dopo quegli scatti, ospita il lavoro dell’Associazione Culturale Contardo Ferrini di Caraglio che ha voluto tornare nei nostri giorni negli stessi luoghi per indagare l’ambiente e i momenti di vita quotidiana.

Il reportage del 1963 fu al centro di una storia rocambolesca. Al ritorno negli Stati Uniti, Kalischer sottopose gli scatti alla prestigiosa rivista “Life”. La testata espresse immediato interesse a pubblicare il lavoro e chiese al fotografo di corredarlo di informazioni precise dal punto di vista geografico. L’autore a questo punto si fermò. Spaventato dall’idea di contribuire alla distruzione di un luogo ancora pulito e non deformato, non volle rivelare come raggiungerlo. Per oltre trent'anni le fotografie rimasero riposte in un cassetto. Un giorno un’amica gli raccontò che sua figlia stava per sposarsi in Italia, in un luogo sperduto nel Nord, di cui mai nessuno aveva sentito parlare. Quel luogo era Cuneo. Clemens sobbalzò. Tirò fuori dal suo archivio le fotografie e dopo qualche mese furono esposte al Museomontagna.
Oggi in mostra una selezione di 40 scatti originali di Kalischer - conservati nel Centro Documentazione del Museomontagna - è affiancata da 55 foto dei 5 finalisti del concorso fotografico, curato da Luca Prestia e parte del progetto pensato e sviluppato dal gruppo di lavoro, formato da Erica Liffredo, Raffaella Simonetti, Luca Prestia e Giorgio Ariaudo che ha avuto come obiettivo quello di restituire una dignità alla narrazione contemporanea.

Un compito considerato un’urgenza culturale per almeno tre motivi, tutti legati al valore del tempo.
Il primo: la necessità di maturare un senso critico nei confronti del passato, ridimensionando l’aura nostalgica che aleggia intorno a una parte delle riflessioni sul mondo alpino. Una “sindrome da specchietto retrovisore” che non è amica dell’obiettività.
Il secondo: l’esigenza di identificare un presente, conferendo ad esso dei significati. Le comunità che vivono il margine hanno il diritto di essere raccontate. Un’azione concreta, in apparenza banale, ma comunque utile al recupero di una consapevolezza condivisa e a scongiurare una sorta di invisibilità collettiva.
Il terzo: un pungolo a immaginare futuri possibili. Accorgersi che esistono nuovi modelli di vita in montagna aiuta a guardare con un po’ di fiducia oltre l’orizzonte della consuetudine.
Per raggiungere lo scopo è stato indetto nella primavera 2017 un concorso per giovani fotoreporter dai 18 ai 30 anni, veicolato attraverso vari forum e siti internet di settore.

Inaugurazione giovedì 8 marzo 2018 - ore 18.30

Per maggiori informazioni:
MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, 10131 Torino
Tel. 0116.604.104  /  comunicazioni.museomontagna@gmail.com  /  www.museomontagna.org

https://www.caitorino.it/

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