sabato 30 settembre 2017

Perla del mese - Settembre

Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze.
Sulle montagne possono salirci molti altri,
ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre.


[Walter Bonatti]




sabato 23 settembre 2017

Lac de la Plagne

Il Lago de la Plagne è un grande bacino d'acqua per la pesca alla base del Mont Blanc de Peisey (2866 m) situato nella valle che si sviluppa dopo il centro abitato di Les Lanches, al confine con il Parco Nazionale della Vanoise.

Raggiungerlo è semplice: si può arrivare in auto comodamente fino al Chalet Refuge Porte du P.N.V. (Parc National de la Vanoise) a quota 1556 m e si intraprende il cammino sul GR5, un comodo sentiero panoramico e molto ben tracciato che inizialmente procede quasi a mezza costa lungo la parte alta del Plan de l'Epinerie, si inoltra successivamente tra ribes e lamponi aggirando un massiccio contrafforte della cima Aliet (3109 m) e lasciando spaziare con lo sguardo sulle Cascade de la Gurraz dall'altra parte della valle, prodotte dalla fusione del vasto Ghiacciaio del Geay racchiuso sotto le cime del Mont Turia (3646 m) e del Mont Pourri (3779 m)
Raggiunta la quota 2068 m si incontra un bivio: il sentiero GR 5 prosegue a sinistra, supera il torrente e sale verso Plan de la Plagne. Occorre restare sul sentiero di destra superare la piccola baita Rnes a 2100 m e proseguire all'ombra della Aiguille Motte (2830 m) molto vicini agli sfasciumi rocciosi dell'Aliet. Il percorso è agevole e vicino al corso d'acqua che nasce proprio dal Lago de la Plagne. È quindi sufficiente seguire il corso d'acqua sulla sinistra orografica per essere sicuri di raggiungere la meta.

In effetti a quota 2144 il sentiero sale su uno sbalzo roccioso dietro il quale si nasconde il lago.
Superato lo sbalzo, il Lago de la Plagne si mostra in tutto il suo splendore.
Un promontorio roccioso sulla destra nasconde alla vista il Refuge Entre le Lac, a sinistra invece il pendìo erboso che racchiude il lago procede fino al Plan de la Grassaz.
I giochi di luce sulle increspature della superficie del lago prodotti dal vento invitano ad una sosta contemplativa.

Il sentiero, dopo il rifugio, prosegue ancora verso Plan Sèry, per noi però l'escursione è terminata. È tempo di tornare indietro.

L'escursione al Lago de la Plagne è piacevole, non impegnativa e adatta a tutti. Consiglio di effettuarla nel periodo estivo quando la temperatura in montagna è fresca e gradevole.

Ringrazio chi mi ha accompagnato lungo la gita: Alberto, Giorgia M., Giorgia O., Marcella e Paolo.




















lunedì 4 settembre 2017

Falesia Gruviera

La falesia del Gruviera ha "vie a più tiri" ma è apprezzata soprattutto per i suoi monotiri molto frequentati tutto l'anno. Qui sono state aperte alcune delle prime vie della Valle d'Aosta come "Topo Pazzo" il "Diedro Bianco" e il "Diedro Rosso" o l'incredibile placca della "Dalle du Roi" solo per citarne qualcuna. La conformazione della parete consente un'arrampicata molto varia dai buchi alle fessure alle placche levigate, vie strapiombanti o appoggiate.

Difficoltà: dal 4c al 7b+

La Falesia del Gruviera si estende su un piccolo gruppo di speroni rocciosi a pochi passi dal centro abitato di Arnad.
L'avvicinamento a piedi dai comodi piazzali per parcheggiare nei pressi dell'Osteria L'Arcaden è lungo circa 650 m su una strada asfaltata che aggira alcuni piccoli orti e si immette poi su un sentiero in pietra alla base della parete rocciosa.
La parete, affacciata verso Sud-Ovest ed esposta al vento della valle, si presenta fresca ed arieggiata nelle prime ore del mattino, più calda con il passare della giornata.
La tipologia di roccia offre notevole libertà di movimento anche ai frequentatori meno pratici e alle prime armi. La sua rugosità inoltre la rende una pietra di ottima qualità nonostante il numero elevato di arrampicatori che praticano sulle vie. 

LO HOBBIT 5b
Spit nel complesso estremamente vicini, i primi moschettonabili rimanendo a sinistra all'interno di uno spigolo dove è cresciuta una piccola pianta di fico. Dopo il terzo spit cambiare piano spostandosi sulla destra lungo un contrafforte con abbondanti e profonde prese per le mani e poi su una placca appoggiata fino alla catena. La placca è leggermente più levigata ma i piccoli appoggi non mancano. È sufficiente un po' di equilibrio.

JVAN NEGRO 5a
I primi spit sono facilmente raggiungibili utilizzando dei gradoni ampi a sinistra. Verso metà della vià è consigliabile spostarsi a destra e sfruttare uno stretto spigolo con una profonda spaccatura longitudinale che conduce fin quasi alla sosta. Gli ultimi movimenti sono agevolati da prese e spaccature di varia misura poste a destra degli spit.

BARBAPAPÁ L1 5c, L2 5b, L3 6a
Qui descritto il tratto L1.
Dopo il secondo spit si incontra un tetto corto aggirabile con una fenditura rovescia a destra oppure affrontabile diretto: sfruttare tre tasche per le dita a destra del terzo spit.
Oltrepassato il tetto la via si sviluppa su una placca appoggiata ma con alcune prese e fenditure.
Da provare.

PLATTERS 5b
La via si sviluppa seguendo una ideale linea dritta verso l'alto. Una faglia inclinata all'inizio offre una vantaggiosa presa per le mani. Davanzali ed appoggi laterali sono ingannevoli, suggerisco di mantenersi molto vicini agli spit nella parte della parete leggermente curva verso l'interno e di cercare con cura e attenzione gli appoggi, alcuni non sono facili da individuare ma risultano estremamente validi per una progressione frontale di base.
Superata la metà della via ci si imbatte in una pianta di fico a destra proprio nei pressi di un ampio davanzale. Anche in questo caso l'appoggio del davanzale non agevola la salita. Meglio restare sulla sinistra.

ESERCITO 2 L1 5b, L2 5c, L3 5c
Qui è descritto solo il primo tiro L1.
Questa via presenta alcune difficoltà ma non insormontabili. Per iniziare il primo spit si raggiunge percorrendo un breve tratto su una rampa rocciosa, successivamente si scavalca un tetto restando sullo spigolo a sinistra dove la roccia, leggermente tagliente, presenta buchi e fessure ideali per salire.
A seguire occorrerà cambiare piano due volte verso sinistra scavalcando delle profonde fessure longitudinali fino a raggiungere una lunga vena di roccia nera. Questo tratto della via è molto semplice dal punto di vista tecnico: la roccia è ricca di fenditure e prese; suggerisco però di prestare attenzione ad alcuni punti più ruvidi e taglienti.
La calata, inevitabilmente spostata verso sinistra porterà l'arrampicatore a scendere lungo una linea ricca di piante ed arbusti aggrappati alla pietra. Prudenza.

La sicurezza lungo i percorsi di arrampicata è garantita da periodici controlli e verifiche da parte delle guide alpine di Arnad che hanno la gestione delle pareti. Il gesture non risponde degli incidenti causati da caso fortuito, negligenza ed imperizia dei fruitori.
Chi pratica l'arrampicata lo fa a suo rischio e pericolo assumendosi le proprie responsabilità.
Deve avere una buona conoscenza dell'equipaggiamento necessario e deve conoscerne l'uso corretto. Prima di intraprendere qualsiasi scalata, bisogna verificare e valutare sul posto tutte le informazioni disponibili.
Attenersi alle seguenti norme di sicurezza e utilizzare material idoneo e specifico per l'arrampicata sportiva:

Denominazione
Norma CEN – Norma UIAA
CORDE
EN 892
DYNAMIC MOUNTAINERING ROPE
101
CONNETTORI (moschettoni)
EN 12275
CONNECTORS
121
IMBRACATURE
EN1277
HARNESSES
105
CASCHI
EN 12492
HELMETS
106
CORDINI
EN 564
ACCESSORY CORD
102


Usare freni dinamici o bloccanti adeguati al tipo di corda che si  sta usando e alla capacità tecnica ed esperienza di chi li utilizza. La padronanza non appropriate delle tecniche assicurative può causare la caduta a terra. Controllarsi reciprocamente prima di partire e verificare:
  • Imbragatura indossata correttamente e verificata la chiusura, nodi e punti di legatura, assicuratore (freno) e moschettone, casco indossato;
  • Corda di lunghezza sufficiente e nodo di sicurezza a fine corda, legarsi direttamente con la corda sull'imbragatura senza usare moschettoni;
  • Valutare l'eccessiva differenza di peso tra scalatore e assicuratore, la corretta posizione dell'assicuratore rispetto alla parete;
  • Moschettonare tutti i punti di rinvio ed in maniera corretta, moschettonare in posizione stabile, possibilmente all'altezza del bacino;
  • Nessun top-rope su punto singolo ma solo dalla sosta, verificare sempre il moschettone di calata in sosta;
  • Mai passare due corde nello stesso moschettone di calata, prima di iniziare la calata comunicarlo al compagno, calare il partner in modo lento e regolare;
  • Se siete principianti è consigliato affidarsi o farsi istruire da una guida alpine (guide alpine di Arnad: 348/51.01.479). In caso di incidente chiamare il 118.
Se individuate degli elementi critici (pericolo di distacchi di roccia, ancoraggi che si muovono o mancanti, ecc...siete pregati di contattare le guide alpine di Arnad ai seguenti numeri:
Duc Andrea  348/51.01.479
Cortinovis Alessandro  340/07.76.677
Janin Rudy  335/70.10.776
È proibito aprire ed attrezzare nuove vie di arrampicata.


Ringrazio Elena, Marco e Paolo per la compagnia in parete su questa bella sorpresa della Valle d'Aosta.




































domenica 3 settembre 2017

Lago della Rossa e Bivacco San Camillo

"Forse è vero, come sosteneva mia madre, che ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene. La sua era senz'altro il bosco dei 1500 metri, quello di abeti e larici, alla cui ombra crescono il mirtillo, il ginepro e il rododendro, e si nascondono i caprioli. Io ero più attratto dalla mantagna che viene dopo: prateria alpina, torrenti, torbiere, erbe d'alta quota, bestie al pascolo. Ancora più in alto la vegetazione scompare, la neve copre ogni cosa fino all'inizio dell'estate e il colore prevalente è il grigio della roccia, venato dal quarzo e intarsiato dal giallo dei licheni. Lì cominciava il mondo di mio padre. Dopo tre ore di cammino i prati e i boschi lasciavano il posto alle pietraie, ai laghetti nascosti nelle conche glaciali, ai canaloni solcati dalle slavine, alle sorgenti di acqua gelida. La montagna si trasformava in un luogo più aspro, inospitale e puro: lassù lui diventava felice. Ringiovaniva, forse, tornando ad altre montagne e altri tempi. Anche il suo passo sembrava perdere peso e ritrovare un'agilità perduta."

Questo paragrafo dell'ultimo libro di Paolo Cognetti "Le Otto Montagne" è l'introduzione ideale per questo post dedicato al Lago della Rossa ed al Bivacco San Camillo. La variazione dei paesaggi, gli ambienti meravigliosi, le costanti e graduali trasformazioni degli scenari che queste montagne spettacolari offrono agli occhi dell'escursionista, sono tra i doni più belli ed appaganti e da soli valgono l'intera camminata. Qui tutti possono davvero trovare la quota prediletta.

Per la descrizione del tratto iniziale dell'itinerario fino al Rifugio Gastaldi selezionare il link.

Il sentiero che conduce al Lago della Rossa, partendo dal Rifugio Gastaldi procede inizialmente in discesa verso i Laghi d'Arnas, oltrepassa poi il fiume e si dirige in salita lungo una pietraia sconnessa e scivolosa aggirando Rocca Affinau (2856 m) e costeggiando piccoli specchi d'acqua in direzione del Collarin d'Arnas a quota 2847 m.
Giunti a 2668 m circa una traccia di sentiero a sinistra conduce al Lago del Crotas suggestivo nella sua posizione esposta verso valle ed isolato dagli altri laghi da un avvallamento tra le rocce.
Superato il Collarin d'Arnas ci si imbatte nell'omonimo lago mentre il sentiero attraversa qualche piccolo nevaio sulla sinistra e giunge al grande lago artificiale della Rossa.
Contornato di ghiaccio e neve, immobile pare vetro azzurro sulla cui superficie si riflettevano sbiadite le corazze rocciose delle due imponenti sentinelle di pietra, Punta d'Arnas (2560 m) e la Croce Rossa (3566 m) separate a metà da Passo Martelli (3270 m). Silenziose ed austere come due algide antiche sovrane provenienti da un regno lontano.

Dall'altra parte del lago, più vicino al sentiero, si erge solitario il pilone dedicato a San Camillo e poco più lontano il piccolo bivacco.
L'atmosfera all'interno del bivacco è calda e accogliente. Lo spazio a disposizione è esiguo solo in
apparenza: i 18 posti letto e le due grandi tavolate offrono sufficiente agio ai visitatori.

Il bivacco fu costruito nel mese di luglio del 1990 su iniziativa di Padre Vittorio Bertolaccini dei Padri Camilliani e dei gruppi ANA (Assocciazione Nazionale Alpini) delle Valli di Lanzo. Ad ispirarne la costruzione in questo luogo è il nome del vicino lago e della montagna che lo sovrasta, che richiama il simbolo dell'ordine dei Padri Camilliani (una croce cristiana in rosso). Nel 1959 venne costruita una prima cappella, dedicata a San Camillo presso il lago, distrutta da una slavina nel 1969 e poi ricostruita nel luogo dove si trova ora.
Una targa fissata sulla facciata del bivacco ricorda: "Questo bivacco è stato voluto e realizzato da P. Vittorio Bertolaccini dei Padri Camilliani e dagli Alpini delle Valli di Lanzo per il conforto di quanti amano e rispettano la montagna".

Per il ritorno abbiamo optato per la rapida discesa sulla pietraia sconnessa nel canalone indicato da un instabile palo di legno, proprio alle spalle del bivacco. Si giunge così alla Piana di Bessanetto e al Rio Bessanetto che scorre verso Gias Bellacomba su una piana erbosa magnifica.
Si oltrepassa il corso d'acqua e si prosegue in salita verso il Passo delle Mangioire a quota 2765 m
Da qui si continua su una discesa inizialmente molto ripida e poi più lieve all'interno della Valle Saulera.
Giunti all'Alpe Saulera seguire ancora per un breve tratto il torrente Saulera e poi immettersi nel bosco in decisa pendenza giù fino a Villa Sigismondi e ai prati intorno alle Grange della Mussa.











Il Bivacco San Camillo è un perfetto luogo di ristoro per la sua posizione e offre anche diverse opportunità di escursioni con il bivacco stesso come punto di partenza, come il Monte Lera ad esempio..ma è il Lago con i suoi colori a far la voce grossa e che pretende di essere ammirato per la sua bellezza, nonostante le sferzate di vento freddo che invogliano a rientrare tra le accoglienti mura di legno del bivacco. Davvero difficile resistergli.


Ringrazio Cristina per la compagnia durante tutta l'escursione, Elena per averci accompagnato fino al Rifugio Gastaldi e tutti gli altri escursionisti incontrati al bivacco: Edoardo, Elena, Erika, Federica, Fernando, Francesco, Luca, Marisa e Sasha.