giovedì 19 novembre 2015

L'anello della Val Servin

Articolo a cura delle Nuove Prospettive per le Valli di Lanzo

Posteggiata la macchina nell'ampio piazzale di fronte a una piccola sciovia (Pakinò): si sale, prima lentamente, fino ad un piccolo pianoro, Pra Sec, poi la salita diventa piuttosto ripida fino a raggiungere le case dell'Arbosetta, il percorso prosegue in leggera discesa fino alla borgata Li Fre a 1505 m.
Attraversata la frazione, si risale il vallone del Servin verso le case di Chios a 1588 m, passando davanti ai resti di una baita, il Casuun, costruita sfruttando un grande riparo sotto la roccia.
Il sentiero prosegue nel bosco in leggera salita fino all'Alpe Tchavàna per poi scendere alle baite Li Sougn, vicino a una immane roccia solcata da una gigantesca fenditura.
Si prosegue costeggiando il torrente (sinistra orografica) e si attraversa il rio su di un ponte in legno fino a giungere alle cascate del Rio Pontat. Il sentiero ora volge verso valle e, superato un rio, su una piccola e rustica passerella in legno, giunge alle baite di Pian Salè mt. 1561 incrociando il sentiero GTA che porta al colle Paschiet. Si scende in leggera discesa, prima per ampi prati poi si entra in un fitto bosco di faggi per poi riattraversare il torrente su un bel ponte poco a monte della frazione Cornetti.
Si risale la borgata fino a raggiungere il piazzale.
Durante il periodo invernale grazie a segnaletica ubicata sugli alberi è possibile ripercorrere l'anello in ambiente innevato.


L'ambiente della Val Servin è un ambiente pressoché incontaminato con grandi boschi di larici e faggi dove si può trovare una ricca flora e ammirare la notevole fauna alpina. Inoltre in fondo alla conca del Servin, tra le alte pareti rocciose, si trovano bellissime cascate del Rio Pontat che durante l'inverno ghiacciano e diventano meta per gli amanti delle scalate (ice climbers). La fauna alpina è ben rappresentata, spesso si vede volteggiare in alto l'aquila sempre pronta alla caccia. In questi ultimi anni ci sono stati anche degli avvistamenti del gipeto; l'avvoltoio si era quasi estinto sulle Alpi, inoltre, spesso, si può vedere un altro rapace di dimensioni decisamente più piccole: la poiana.
Lungo i torrenti non è raro imbattersi negli aironi intenti a pescare nelle pozze d'acqua gelida e spesso si ammirano i corvi con il loro caratteristico volo e l'assordante gracchiare. Nella parte più alta del vallone, si possono vedere i camosci ed ammirare le loro veloci corse anche nel ripidissimo canalone della Riva Loundji; nella parte più bassa ricoperta di bosco, si possono trovare caprioli e cinghiali. La roccia di fronte alla baita Li Sougn, il toponimo indica un luogo di acquitrini, si possono scorgere delle coppelle incise nella roccia a testimonianza dell'antichissimo insediamento umano nel luogo. 


Bisogna ricordare che la borgata Li Fre, che significa fabbri, è stata fondata nel XV secolo da minatori bergamaschi e valsesiani venuti per sfruttare le miniere di ferro del Monte Servin e, in special modo, la miniera che si trova sotto la vetta della Lucellina.

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