sabato 7 novembre 2015

Il Faggio

Il Faggio è un albero caducifoglio, specie tipica del piano montano, alfiere dei nostri boschi che cresce generalmente tra i 600 e i 1300 metri di quota.
È una pianta molto facile da riconoscere: tronco dritto, cima ampia e globosa con rami della porzione apicale eretti e verticali. La corteccia è sottile, liscia, di colore grigio chiaro con leggere striature orizzontali.
Può raggiungere i 35 metri di altezza.

Può presentare generalmente due tipi di foglie: foglie di luce e foglie d'ombra. Le foglie si presentano di colore verde scuro nella parte superiore e verde chiaro nella parte inferiore. In autunno il Faggio accende il bosco con delle meravigliose colorazioni arancio-rossicce.

Il Faggio può vivere anche 200-300 anni, con una fase giovanile più lunga poichè la completa maturazione viene raggiunta verso i 60-80 anni in bosco (30-40 per gli esemplari isolati).
La fioritura avviene nei mesi di Aprile e Maggio insieme alla fogliazione. Il Faggio è una pianta monoica: fiori maschili e femminili si presentano insieme su un esemplare. I fiori maschili si presentano come capolini pendenti con lungo picciolo, lunghi fino a 10 cm. I fiori femminili si presentano in cime infiorescenziali erette, lunghi circa 3 cm, situate all'apice di un piccolo picciolo.
La fruttificazione invece avviene in autunno. I frutti, di forma tetraedrica, sono ricoperti da una leggera cupola con squame spiniformi detta faggiola.
I semi, due per ogni frutto, necessitano di un periodo di chilling (esposizione al freddo) piuttosto lungo per germogliare: dai 45 giorni ai 5 mesi circa.
Il faggio è una pianta esigente: mesofila e termofila, sensibile a gelate tardive, predilige suoli freschi, drenati e profondi, di medio impasto. Necessita inoltre di una elevata umidità atmosferica.
È una specie sciafila; l'improvvisa esposizione ai raggi solari può provocare danni ai foglietti cambiali (scottature).
Il Faggio forma cenosi pure o miste con altre latifoglie (Acer pseudoplatanus, Fraxinus excelsior, Sorbus acuparia, Tilia Cordata) o con conifere (Abies alba, Abieti Fagetum).
Nelle vallate alpine si consorzia più diffusamente con l'abete rosso (Picea abies), il pino silvestre (Pinus sylvestris) e il larice (Larix decidua).

Il Faggio è una specie che da sempre l'uomo utilizza per le sue necessità.
Dai boschi di faggio, così come dai boschi di numerose altre specie, l'uomo ricava assortimenti legnosi da utilizzare in ambito edilizio (per la realizzazione di travi, assiti, ecc...) o altri oggetti (calci di fucile, strumenti musicali, traversine, ecc...) o come legna da ardere per riscaldamento o per la cottura dei cibi (il legno di faggio ad esempio è molto utilizzato per l'affumicatura dello speck).
Anche la raccolta di rami secchi da utilizzare per accendere il fuoco può essere considerata in questo ambito.
Dai boschi di faggio in passato l'uomo ricavava il carbone vegetale da utilizzare per alimentare attività agricole e artigianali. Oggi questo tipo di pratica è quasi scomparsa visto lo scarso rendimento economico e viene praticata solo più in alcune limitate zona d'Italia oppure più semplicemente a scopo dimostrativo.
Nei boschi di faggio, all'interno di aree appositamente preparate e dedicate, venivano realizzate delle fornaci, vere e proprie costruzioni dedicate alla cottura della calce e altri materiali destinati alla realizzazione di laterizi e altri materiali da costruzione. Anche questo tipo di attività e praticamente scomparsa, così come la raccolta delle foglie secche del faggio come lettiera nelle stalle, o più semplicemente come combustibile.
Dai boschi di faggio è possibile ricavare altri prodotti che non derivano direttamente dalle piante ma che hanno comunque un particolare valore per l'uomo. Tra questi prodotti è possibile citare i frutti di bosco e i funghi.

In molte circostanze la presenza di un bosco può servire come elemento protettivo.
Tutti i boschi infatti, e le faggete non fanno eccezione, svolgono un ruolo di protezione del territorio dai fenomeni erosivi, intercettando le precipitazioni piovose con la loro chioma e contemporaneamente contribuendo a trattenere il terreno con le loro radici in modo da evitare che questo scivoli a valle.
Ci sono boschi poi che per la loro posizione a monte di infrastrutture e insediamenti abitativi oltre alla protezione del territorio svolgono una funzione protettiva più diretta contro i pericoli naturali come frane, caduta sassi, smottamenti e valanghe.

Il Faggio, come tutte le latifoglie, si presta dal punto di vista selvicolturale, a due possibili forme di governo (modalità con cui viene gestita la rinnovazione del bosco), grazie alla capacità di rigenerarsi sia per via gamica (attraverso i semi) sia per via agamica (attraverso i polloni).

GOVERNO A CEDUO
Per governo a ceduo, si intende un soprassuolo originatosi esclusivamente o principalmente da piante derivanti da rinnovazione agamica originatesi per ricaccio da radici o ceppaie e solo in minima parte (meno del 25%) da piante affrancate di origine agamica o gamica di età maggiore di quella dei polloni (le cosiddette matricine o riserve).
Il bosco ceduo può essere avviato verso una forma di gestione a fustaia, questo passaggio può essere attuato attraverso opportuni interventi selvicolturali (interventi di conversione) o semplicemente lasciando invecchiare il ceduo senza intervenire (oltre i 40 anni di età).
Tra le tipologie di governo ceduo possiamo trovare:

  • SEMPLICE: popolamento composto esclusivamente da soggetti appartenuti tutti alla stessa classe di età, di origine agamica (detti polloni).
  • SEMPLICE MATRICINATO: popolamento composto prevalentemente da soggetti appartenenti tutti alla stessa classe di età, di origine agamica e da piante affrancate di origine agamica o gamica di età maggiore a quella dei polloni, l'età delle matricine generalmente ha un massimo pari a due classi di età del ceduo.
  • A STERZO: per cedui disetanei, popolamento caratterizzato dalla presenza di polloni appartenenti a più classi di età della stessa ceppaia, utilizzati con turni su due o tre cicli di curazione, con la presenza o meno di matricine.
GOVERNO MISTO
Si trovano popolamenti eterogenei, caratterizzati dalla presenza di esemplari di origine agamica e esemplari di origine gamica, generalmente di specie diverse da quelle del ceduo, dove la componente di esemplari affrancati, di età superiore a quella del ceduo e appartenenti ad almeno due classi di età, è compresa tra il 25% (al di sotto di questa percentuale il popolamento è da considerarsi ceduo semplice matricinato) e il 75% (al di sopra il popolamento è da considerarsi fustaia).
Le forme di governo misto sono divise in ceduo composto, fustaia sopra ceduo o ceduo sotto fustaia e fustaia in mosaico.



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