domenica 25 agosto 2013

Orrido di Chianocco


Fiumi e corsi d'acqua in montagna, con il passare dei secoli, possono generare quello che viene definito un orrido: una gola rocciosa, più o meno ampia, scavata in profondità dall'acqua per effetto dell'erosione.
Ne è un classico esempio l'Orrido di Chianocco situata nella Riserva Naturale Speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, istituita nel 1980, a difesa di questo particolare ambiente.
E non c'è maniera migliore per visitare questi luoghi, frutto del lavoro erosivo del Rio Prebec, se non con una breve ma piacevole Via Ferrata che si sviluppa proprio all'interno della gola.
La Via è catalogata con difficoltà D- e si sviluppa su un dislivello di 150 mt. lungo circa 300 metri di cavo quasi sempre assistito da pioli metallici ed appoggi per i piedi.
Il tempo complessivo necessario per percorrerla è di circa 1.00 - 1.30 h. ma di questo ne parleremo in dettaglio più avanti.
Raggiunto il centro abitato di Chianocco a poca distanza dal Comune si parcheggia comodamente in una piazzetta accanto alla Chiesa. È possibile rifornire le borracce di acqua fresca alla fontana situata poco dopo il ponte.
Dalla piazzetta parte un comodo percorso di avvicinamento alla Via Ferrata che si sviluppa con un sentiero escursionistico nel bosco e passa sotto un suggestivo arco naturale scavato nella roccia.
Al termine del percorso si giunge al pannello informativo della Via Ferrata e ad un mini percorso didattico, attrezzato al fine di dimostrare le manovre corrette, ai neofiti ed ai meno esperti.
Girato lo spigolo, dove la gola cambia bruscamente direzione, ci ritroviamo tra le due alte pareti di calcare bianco poco distanti tra loro, a volte meno di una decina di metri. Da qui inizia la Via Ferrata vera e propria che si sviluppa fondamentalmente con due traversi principali, prima sul fianco sinistro e successivamente su quello destro, separati da un ponte tibetano e da una curiosa variante dentro una grotta all'interno della quale recenti studi hanno rinvenuto testimonianze di natura preistorica.
Il primo traverso è su una cengia un poco esposta e porta ad un piccolo anfratto attraversabile senza troppa fatica. Superato questo passaggio una seconda parete porta al ponte tibetano.
Al termine del ponte un percorso a destra scende leggermente con un traverso che conduce alla grotta preistorica. A sinistra del ponte si prosegue inizialmente con un traverso basso che procede in direzione della diga alta sul Rio Prebec. Poco prima della diga si incontra una delle prime uscite che permettono di interrompere la Via e di scendere fino al greto del fiume, all'ombra delle pareti dell'Orrido.
Proseguendo invece lungo il percorso incontriamo un tratto verticale che conduce all'ultimo lungo traverso sulla parte alta della parete, che supera la diga e termina con una discesa fino al greto prima di riprendere a salire fuori dalla gola con un tratto in salita di semplice esecuzione.
Sulla sommità della salita il percorso attrezzato termina e si riprende con un sentiero che porta ad una balconata naturale sopra i tetti del centro abitato e si ricongiunge alla strada che conduce nuovamente al punto di partenza.
Torniamo a parlare del tempo necessario per percorrere la Via Ferrata e del suo relativo grado di difficoltà. Credo che il percorso sia in definitiva molto semplice da eseguire utilizzando il cavo come appiglio per le braccia e non solo come sistema di sicurezza. In tal caso il tempo di percorrenza citato sopra ed indicato dal pannello informativo non si discosta tanto dal tempo effettivo per effettuare tutto il percorso.
Gli appigli sulla parete sono piuttosto scarsi e complessi da utilizzare. Alcuni di essi sono semplici fori nella morbida parete calcarea, appena utilizzabili per uno o due dita. Ecco quindi che cercare di percorrere l'intera Via Ferrata in maniera “pulita” senza cioè aggrapparsi al cavo d'acciaio, diventa molto impegnativo e faticoso. La difficoltà aumenta e il tempo richiesto si allunga notevolmente.

La Via Ferrata di Chianocco può quindi regalare un breve ma piacevole incontro con l'Orrido e il suo ambiente (suggestiva la spianata dopo la diga circondata da piante di Leccio) oppure mettere a dura prova la resistenza delle braccia e delle mani e magari lasciare anche un po' di amaro in bocca quando non si riesce ad effettuare un passaggio perché troppo complicato. Dipende in larga misura da come si decide di affrontarla e dal grado di preparazione di ciascuno.


 





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