domenica 16 ottobre 2016

Ferrata Falconera

Temo abbiate sentito recentemente parlare di questa ferrata a causa di una brutta notizia: un incidente avvenuto circa un mese dopo l'inaugurazione della via il 25 Giugno 2016 e costato la vita a un pensionato di 58 anni, impegnato a percorrere la salita.

Quando la montagna provoca una morte la notizia è sempre tremenda, agghiacciante...perchè è qualcosa di inaspettato: immaginiamo sempre le attività alpinistiche, l'arrampicata e la ferrata come a delle appassionanti espressioni dell'avventura e della gioia di vivere la montagna. Una pura relazione, spesso così totale, con la roccia, la terra e la pietra.

Mi è difficile pensare che sia la montagna a "provocare" la morte. C'è un innegabile fattore di rischio, più o meno elevato, e quando è la sventura a portare a un lutto, il rischio appare così immenso da gettare una cupa ombra accusatrice sui frequentatori della montagna: agli occhi dell'opinione pubblica diventano tutti degli incoscienti, degli irresponsabili, che compiono atti folli correndo un pericolo immotivato...ma il fattore di rischio è presente nella montagna così come in qualsiasi altra pratica outdoor, nello sport o in ogni altra attività che tutti svolgiamo quotidianamente, ogni giorno.
Il rischio in montagna non è trascurato e ha indotto a delle grandi innovazioni, specialmente nel settore delle attrezzature tecniche, sempre più sicure e specifiche.
Nessuno sarà mai in grado di garantire la sicurezza totale in montagna, semplicemente perchè non esiste la sicurezza totale, né in montagna né altrove, ma deve essere il frequentatore della montagna il primo ad agire con buonsenso per tutelare sè stesso e la sua sicurezza.

Non rimane nulla da fare per chi una tragica fatalità ha "portato avanti", per chi resta invece spetta l'arduo compito di dimostrare che la montagna muove, dentro chi la vive, qualcosa di più radicato e di più profondo di un adrenalinico e spericolato desiderio di protagonismo sulla natura.
È un sogno, una propensione alla scoperta di noi stessi, più forte della paura, che con prudenza cerchiamo di realizzare. È ciò che stimola l'immaginazione di chi si perde nella contemplazione di una cresta, di una cima o di una parete, un sogno dentro di noi che prima si agita timidamente come un uovo prossimo alla schiusa e che poi cresce e si solleva come i flutti in tempesta.

Ringrazio Marco, Paolo e Simone per la condivisione di questo sogno con me, percorrendo insieme la Ferrata Falconera.
Il video è stato realizzato da Marco.





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