venerdì 30 settembre 2016

Perla del mese - Settembre


Il coraggio era anche quello.
Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo.
Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.

[Giorgio Faletti]


lunedì 12 settembre 2016

Aiguille Rousse


L'Aiguille Rousse è una cima che si presenta massiccia e rocciosa sul versante ovest in direzione di Pracompuet e di Nancroix, e con un aspetto più dolce sul versante opposto in direzione di Les Bettières e della testata della valle.


L'escursione presenta incantevoli paesaggi ed è caldamente consigliata durante il periodo estivo.

Si raggiunge Nancroix tramite la strada D87, si oltrepassa il ruscello Poncet e si svolta a sinistra sulla Route de la Chenarie fino a raggiungere la piccola cappella dedicata a San Rocco e San Sebastiano.

Accanto alla cappella una comoda fontana invita ad una breve sosta prima di proseguire oltre un piccolo ponte in direzione di Pracompuet, piccolo gruppo di abitazioni indicato da evidenti cartelli in legno lungo il sentiero.
Superato Pracompuet si prosegue, sempre salendo, verso la Chapelle des Vernettes che merita di essere visitata per la bellezza dei suoi affreschi.

Dalla Cappella si segue un sentiero più stretto in direzione Col d'Entreporte che prima si immette in una macchia di abeti salendo con una decisa pendenza su un sentiero scavato dalle radici e dai numerosi passaggi delle bici da trial, raggiunge gli impianti di risalita sciistici (aperti anche d'estate per la gioia degli appassionati di parapendio) e poi taglia con diversi ripidi tornanti un pendio erboso sotto le rocce di un contrafforte dell'Aiguille Grive da dove è semplice osservare le piste dei camosci tra gli sfasciumi e le pietre ai piedi della massicciata rocciosa della Aiguille Rousse ormai sempre più vicina.

Dopo diversi tornanti, su un assolato sentiero ricoperto da rocce bianchissime e fiancheggiato da numerose piante di mirtillo, si raggiunge il Col d'Entreporte.
Il vento costante spazza la vasta spianata erbosa carica di fiori mentre lo sguardo spazia sulle guglie  delle cime circostanti come la cresta del Sommet de Bellecôte (3400 m circa) e la cima scolpita della Dôme des Pichères, intanto l'orecchio accoglie i fischi delle marmotte ed il richiamo dei gracchi alpini.

Dalla Aiguille Rousse si può scendere per un altro sentiero sul versante opposto, meno ripido ma più lungo che ridiscende verso la Chail a quota 2285 m e prosegue su una più comoda strada sterrata.

Consiglio di soffermarsi alla Cappella Notre Dame des Vernettes per ammirarne i meravigliosi affreschi oggetto di recente restauro, suggerisco di procedere con estrema attenzione lungo il cammino ai piedi della massicciata rocciosa della cima nella speranza di scorgere il maestoso profilo alare del Gipeto.

Ringrazio Giorgia per essere stata al mio fianco durante il cammino.





Il santuario a pianta centrale fu costruito tra il 1722 e il 1727 da Antoine Jacquet della Valsesia, vicino ad una fontana ritenuta miracolosa.
Le pitture murali furono realizzate nel 1733 da Luca Valentino e restaurate a più riprese.
L'altare maggiore realizzato tra il 1739 e il 1743 da Joseph-Marie Martel, sempre abitante della Valsesia è dedicato a Nostra Signora della Pietà.
Altari laterali dedicati a San Giovanni Battista e San Nicola, offerti come ex-voto nel 1759 circa.






























sabato 3 settembre 2016

Laghi dell'Albergian

A qualcuno sarà capitato almeno una volta nella vita: siete ad una festa e state intrattenendo una conversazione con un gruppo di persone davanti a voi.
Tutt'attorno ci sono vociare, musica, rumore di bicchieri, risate...e nonostante la confusione riuscite a sentire qualcuno che parla di voi, magari in un angolo della stanza, e concentrandovi siete in grado di annullare nella vostra mente l'effetto caotico degli altri suoni per dedicare la vostra attenzione su quella singola voce che volete ascoltare.
L'effetto "cocktail party" non è una novità, esistono studi su questo comportamento del nostro cervello. Quello che non mi aspettavo è che questo potesse capitare in montagna e che a parlarmi, ad attirare la mia attenzione, potesse essere il Lago dell'Albergian.
La sensazione è stata esattamente quella di un effetto "cocktail party": lasciata l'auto al Lago del Laux, mi sono incamminato verso il centro abitato, ho riempito la borraccia alla fontana del piazzale e poi mi sono diretto lungo la GTA che taglia il vallone su una vecchia carrareccia sterrata e battuta all'ombra di larici e maggiociondoli in fiore; destinazione finale la cima dell'Albergian.
Subito è iniziata la festa; il torrente si fa sentire a intervalli irregolari tra i 1500 ed i 1600 m, nel frattempo si fa la conoscenza dei simpatici gnomi del bosco, intagliati nel legno e distribuiti lungo il sentiero che scrutano il tutto e il nulla con i loro occhi fissi.
Si supera una casa abbandonata a 1650 m circa, si oltrepassa la bella fontana dei camosci a 1700 m, incantati dal frusciare delle cime delle conifere che lentamente hanno occupato tutto lo spazio del bosco.
Si può osservare il Bric delle Masche davanti a noi, oppure i granitici e massicci Rocciavrè e Cristalliera alle nostre spalle, si può perdere del tempo immersi nella contemplazione di un larice secolare posto a quota 2000 m lungo il sentiero e ribattezzato da un cartello "IL GRANDE VECCHIO", osservare una meridiana senza gnomone indicatore, intrattenersi a bere dell'acqua ad una fontana circondata da altre buffe sculture...e nel frattempo la festa va avanti: a 2100 terminano gli alberi e la piana si riempie di fiori di montagna, di ogni forma e colore, finchè non si giunge all'effetto "cocktail party": sono ad un bivio, mi sono appena incontrato con un timido camoscio ed ho voglia di proseguire verso la cima, poi l'occhio cade su un cartello nemmeno poi così visibile: "LAGHI" ed in tutta quella confusione di scrosciare di torrenti, fischi di marmotte, sibilo del vento...il lago mi chiama, mi invita, mi bisbiglia che ha qualcosa da raccontare.
Osservo ancora il bivio poi decido.
«Ma sì, in fondo perchè no?» penso, considerando anche che sulla cima dell'Albergian era rimasta impigliata una nuvola che avrebbe sicuramente impedito la panoramica visuale dalla vetta.
Devio quindi a sinistra puntando verso il grigio profilo della Fea Nera, si oltrepassa il torrente e si torna a salire su un sentiero tra le stelle alpine più belle che abbia mai visto. Si raggiunge il casermone ormai in disuso e si prosegue verso una evidente area sgombera e pianeggiante posta poco più in alto.

Ed eccolo il Lago dell'Albergian. quieto, discreto, calmo, riservato.
L'acqua profonda al centro del lago diventa del colore di una fluorite verde e blu verso le sponde riflettendo poi come una lastra d'acciaio le grigie nuvole che ci raggiungono dopo il pranzo, mentre ad occhi chiusi ascoltavo il suono sommesso dell'acqua contro i sassi della sponda.

Il Lago dell'Albergian è un posto che va visto e vissuto almeno una volta nella vita. Una tappa obbligatoria del continuo pellegrinaggio degli escursionisti. Chi non mai osservato ed ascoltato le sue acque temo non possa capire fino in fondo questo post.
Ringrazio Giorgia che ha avuto la pazienza di accompagnarmi lungo il cammino tollerando anche il principio di temporale durante la via del ritorno poco prima di arrivare all'auto.

Ultime annotazioni: consiglio vivamente di non utilizzare il sentiero  che costeggia la destra orografica del Rio dell'Albergian che passa ai piedi del Truc Garitta (2097 m) e che passa per la Bergeria dell'Albergian e per la Bergeria del Pra del Fondo ma di restare sulla GTA, più battuta e meglio segnalata e suggerisco di dedicare un po' di tempo alla visita di Laux e del suo piccolo e caratteristico centro abitato.

STORIA DI LAUX
Il piccolo borgo è tutto raccolto lungo la via principale; dapprima si incontrano il forno comunitario e la piazza centrale, con fontana quadrangolare.
Non è più presente il mulino che nel 1922 venne asportato da una disastrosa alluvione.
Le abitazioni sono addossate le une alle altre per risparmiare spazio e calore.
Subito dopo la Parrocchiale, di fronte ad una bella fontana monumentale, è presente una casa risalente alla metà del XVII sec. (1660).
Al centro del paese si trova la chiesa di Santa Maria Maddalena, eretta ad inizio '700 a spese del Re di Sicilia Vittorio Amedeo II. Dietro l'altare si trova il settecentesco quadro raffigurante la Santa patrona e nella nicchia sulla destra, una pregevole statua in legno di autore ignoto che rappresenta San Giuseppe.
Un tempo, in occasione della Festa patronale del 22 Luglio, le ragazze del paese, indossando il caratteristico costume tradizionale, distribuivano il pane benedetto durante la Messa.