martedì 31 ottobre 2023

mercoledì 25 ottobre 2023

Lago Cignana e Rifugio Barmasse

Dal 2015 non effettuavo un'escursione in Valtournenche, l'ultima infatti risale all'estate in cui ho raggiunto i Laghi Cime Bianche descritti in questo post.
Così, intenzionato questa volta a percorrere la destra orografica della valle, mi avvio alla volta del piccolo paese di Valmartin e lascio l'auto in prossimità della principale fontana al fondo della strada.
Consapevoli che non incontreremo neve lungo il cammino a causa delle elevate temperature del periodo, ci prepariamo a risalire lungo un tratto nel bosco fino all'impianto idroelettrico di Promoron per poi superare gli ultimi residui di case del paese di Falegnon a 1925 m ed immettersi nel naturale solco scavato dal corso d'acqua prima della costruzione della diga di Cignana.

Partiamo dal principio: le frazioni di Valmartin e Barmasse sono situate sopra il centro di Maën e al suo lago. La prima piccola frazione è facilmente raggiungibile in auto ed è anche facilmente riconoscibile dalla piccola cappella posta all'imbocco della via principale.
Un pratico cartello segnavia indica la direzione da percorrere a piedi, tra le case, per proseguire lungo il sentiero che si inoltra nel bosco alle spalle del paese e che conduce rapidamente a quote più elevate.
I raggi solari tardano a raggiungerci e scaldarci e l'aria pungente invita a proseguire riducendo le pause in questo primo tratto, così in breve tempo ci ritroviamo in un'area maggiormente esposta che circonda la centrale elettrica di Promoron. Si possono vedere le condotte forzate che arrivano dall'alto e anche le condutture che convogliano l'acqua alla centrale di Maën, sotto di noi.

La diga, ultimata nel 1928, presenta una capacità utile d'invaso di quasi 16 milioni di m³ d'acqua, che la rende una tra le maggiori della Valle 'Aosta. La condotta forzata, lunga circa 1.980 m, che alimenta uno dei tre gruppi generatori della centrale elettrica di Maën, con un dislivello di 827 m, è stata ricostruita nel 2002 e posata all'interno di una galleria allo scopo costruita, che consente anche il collegamento di servizio tra la centrale e la diga.

La stazione di pompaggio di Promoron è fuori servizio dal 1984, ma conserva ancora al suo interno macchinari ed apparecchiature storiche, necessarie al tempo per trasferire le acque derivate dal Torrente Marmore all'invaso della diga di Cignana soprastante, in modo da poterle convogliare nella centrale di Maën per la produzione di energia. Osservando la costruzione non si può evitare di pensare ai benefici della produzione di energia da fonti rinnovabili, purché queste costruzioni vengano realizzate riducendo al minimo l'impatto sul territorio e rispettino il deflusso minimo vitale idrologico utilizzato per la raccolta di masse d'acqua per l'invaso.
Accanto alla stazione, troviamo un piccolo piazzale panoramico che si allunga su un sentiero a mezza costa, proseguendo invece sul sentiero principale oltrepassiamo le tubazioni delle condotte e ci inoltriamo in un gradevole tratto boscoso in salita che ci porta alle case di Falegnon.

Oltrepassiamo Falegnon, il sentiero piega a destra aggirando un promontorio della montagna, abbandonando la quota più evidente degli alberi. La parte sommitale della diga di Cignana comincia a farsi più evidente davanti a noi mentre saliamo.
Giunti nei pressi della base della diga superiamo un ponte e ci imbattiamo nell'ultimo tratto su strada sterrata carrozzabile che con un tornante sale al bacino Cignana ed al Rifugio Barmasse situato su un'altura naturale a circa 209 metri di distanza dalla riva.

La diga di Cignana fu costruita tra il 1925 ed il 1928, in calcestruzzo con un'altezza dello sbarramento di 58.30 m ed uno spessore alla base di 36 m.
La parte sommitale larga 5 metri si sviluppa per 401.78 m di lunghezza.

In fondo al pianoro della conca di Cignana è stato costruito un invaso artificiale per la produzione di energia idroelettrica. Tale costruzione ha stravolto l'originaria vocazione agricola della conca, dove sorgeva un villaggio d'alpe ora sommerso dalle acque. L'attività agricola di alpeggio cominciava agli inizi di giugno e si svolgeva nei terreni circostanti al villaggio, solo successivamente veniva praticata nei pascoli alti del vallone. Per raggiungere quelli di più difficile accesso, situati prima delle morene, la mandria partiva alla mattina divisa in più gruppi, e faceva ritorno all'alpeggio solo in serata. Oggi, poiché quelli che erano terreni per la prima monticazione sono sommersi dalla diga di Cignana, gli alpeggi del vallone sono utilizzati come tramuti durante i mesi di luglio e agosto.


Ci concediamo una pausa sulle sponde del lago per consumare il pasto, osservando i meravigliosi riflessi della superficie dell'acqua, il brillante bianco della cappella alla Madonna delle Nevi dalla parte opposta del lago rispetto alla nostra posizione e le curiose trame sulla superficie delle rocce che circondano l'invaso.


Le rocce del Lago di Cignana hanno origine dalla crosta oceanica che durante l'Era Mesozoica (tra circa 250 e 65 milioni di anni fa) formava il fondo della Tetide, l'oceano allora compreso tra i continenti europeo ed africano. Al termine dell'Era Mesozoica, il movimento relativo delle placche crostali dà l'avvio alla collisione tra i due continenti menzionati (orogenesi alpina di età Terziaria).
Negli stadi finali dell'orogenesi alpina, queste rocce furono progressivamente esumate e sono oggi esposte in superficie intorno, appunto, al Lago di Cignana.
Le rocce del Lago di Cignana rappresentano quindi una straordinaria finestra nel passato e nell'evoluzione della crosta terrestre; come tali non sono soltanto un patrimonio per la Scienza ma rientrano a tutti gli effetti tra i patrimoni culturali geologici italiani.

Terminato il pasto costeggiamo il rifugio e riprendiamo la via del ritorno in discesa, soffermandoci a metà per immortalare il fortuito incontro con un giovane esemplare di stambecco.
L'escursione al Lago di Cignana è stata una bella occasione di ripercorrere i sentieri in Valtournenche e per visitare un piccolo interessante angolo della Val d'Aosta.

Ringrazio Chiara per la compagnia lungo il cammino e per le magnifiche fotografie.